Stiamo vivendo, da ormai più di un anno, una terribile pandemia che ha messo a durissima prova il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale con un tasso di mortalità notevolmente alto, anche nel nostro Paese. L’Emergenza Covid-19 ci ha posto in una situazione del tutto particolare, paragonabile, a detta di molti, ad un contesto di guerra. Da inizio pandemia, sono stati inizialmente modificati interi ospedali per far fronte alla pandemia e ai suoi numeri, con profonde ripercussioni in campo cardiologico.
Anche quest’anno è possibile ripetere in presenza il congresso “Nel Cuore di… Roma” che vuole avere un significato particolare, quello di ribadire la centralità della Cardiologia come disciplina specialistica con forti basi culturali, volta alla diagnosi e al trattamento di patologie acute e croniche complesse, spesso in situazione di emergenza e urgenza, che mettono a repentaglio la vita del paziente.
Saranno previsti simposi multidisciplinari (cardio-pneumologia, cardio-neurologia, cardio-diabetologia, cardio-oncologia) in cui la centralità della Cardiologia viene riapprezzata attraverso l’approccio plurispecialistico al fine di recuperare la visione omnicomprensiva del paziente. Nel corso del convegno verrà presentata inoltre un’analisi dei fattori che si sono rilevati cruciali nel determinare le risposte in ambito cardiologico per fronteggiare la pandemia, la malattia Covid-19 e le ripercussioni osservate a lungo termine nei pazienti guariti. L’occasione sarà anche un prezioso momento di riflessione per approfondire i cambiamenti già in atto e le evoluzioni clinico - terapeutico - organizzative che la pandemia ha imposto.
Tale impostazione è tanto più significativa in quanto incentrata, come detto, sulla multidisciplinarietà d’intervento con il coinvolgimento di cardiologi, pneumologi, neurologi, diabetologi, oncologi in un momento in cui troppo spesso si vedono attuare strategie, anche molto dispendiose, dettate più da logiche economiche che non dall’appropriatezza dell’indicazione.
La centralità della Cardiologia, in questo momento di evoluzione storico-culturale caratterizzata da una iper-specializzazione e di una iper-tecnologia, vede il rischio di frammentare la valutazione omnicomprensiva del paziente, con indicazioni spesso inappropriate all’impiego di risorse diagnostiche e terapeutiche di alto impatto economico. E poi permettetemi, non ultima motivazione, nel Cuore di Roma c’è il Policlinico Umberto I con la sua Cardiologia che svolge un ruolo centrale nelle attività assistenziali della città in un momento in cui tanto decantate sono strutture dislocate in periferia.
Il Policlinico, in posizione strategica al centro della città a pochi passi dalla stazione Termini e vicinissimo agli svincoli autostradali, rappresenta un vero punto di riferimento per l’assistenza di eccellenza, non solo per i cittadini romani ma anche per tutta la comunità nazionale ed internazionale.
Nella prospettiva di vivere insieme la centralità della Cardiologia e del Policlinico Umberto I con le sue sedi formative correlate, nella Città Eterna, vi aspetto numerosi per un confronto scientifico-culturale su problematiche assistenziali che ogni giorno ci troviamo in prima linea ad affrontare.